Markus Wolf, il più grande agente segreto del dopoguerra e grande estimatore culinario, cuoco raffinato e scrittore, ne “I segreti della cucina russa” si diletta in un piacevole gioco letterario tra spionaggio e ricette russe.
Aneddoti raccontati con un pizzico di ironia, legati alla sua vita, alle sue avventure spionistiche e non, mixati a meticolose istruzioni per la preparazione di gustose –e quanto mai caloriche- ricette della cucina russa: borsc, bliny, pel’meni, specialità esotiche e ricette di creazione propria.
L’alternarsi di queste due narrazioni, avventure e ricette, danno forma e spessore a delle istantanee dell’ex unione sovietica, dove Misha trascorse diverso tempo sia durante la sua infanzia -la sua famiglia si rifugiò in Russia per sfuggire ai nazisti quando lui aveva solo 10 anni- sia durante i suoi successivi viaggi e soggiorni, pre e post caduta del muro di Berlino.
Ma non ci sono solo aneddoti e ricette. Le descrizioni di persone, di pranzi, di tavole abbondantemente imbandite, di cucine con “frigoriferi magici” (sempre pieni anche nei periodi in cui i generi alimentari scarseggiano), sottolineano tutto il suo amore per la Russia e per la convivialità tipica dei pranzi Russi, con tavole imbandite -a partire dagli immancabili Zakuski (antipasti, spuntini, …), spesso preparati con ingredienti molto semplici, ma con grande cura e maestria- e dove la vodka e i numerosi brindisi non mancano mai.
Il parallelo tra il mestiere della spia e del cuoco è il condimento che rende ancor più gustoso questo libro. Come lui stesso affermava, “Un buon cuoco e una buona spia non differiscono molto, entrambi devono essere abili e creativi”.
Da leggere sotto l’ombrellone, da sperimentare post prova costume.